Germana Urbani >[email protected]<
Mentre andiamo in stampa arriva la notizia che potrebbero partire a giorni i lavori per costruire una barriera anti profughi al Brennero. Finisce così il sogno di un’Europa unita e libera, il sogno di un continente forte e generoso, capace di lanciare al mondo un messaggio intriso di coraggio e solidarietà. Il mondo è cambiato, dicono in molti, occorre tornare indietro, marcare i confini, respingere gli invasori!
Non siamo in guerra eppure l’Europa ha paura: teme lo straniero, il migrante, il terrorista, l’islam; e non fa nulla per nasconderlo.
Peccato, forse un atteggiamento diverso sarebbe più redditizio, forse tornare indietro e irrigidirsi su posizioni difensive anziché inclusive non è sempre la soluzione migliore. Certo in molti pensano il contrario.
E così, nuove barriere, religiose questa volta, si alzano anche in Veneto.
Da pochi giorni è stata varata la cosiddetta legge anti moschee.
Una norma che riordina, nelle intenzioni, le regole in merito ai luoghi e alle pratiche di culto ma che, nei fatti, obbligherà buona parte delle moschee sorte in regione a chiudere i battenti.
Un’altre barriera che si alza, dunque, nel nome della sicurezza e del controllo.
Ci farà bene?
Molte delle sale di preghiera islamiche nate nei nostri paesi in tanti anni di presenza musulmana sono gestite da associazioni e si trovano fuori dalle zone F dei vecchi piani regolatori.
Cosa decideranno di fare i sindaci per mettere ordine su quanto c’è di ormai consolidato nei propri comuni?
Come si comporteranno coloro che, volendo riunirsi in nome del proprio dio, chiederanno l’autorizzazione al sindaco e questi gliela negherà?
Le guerre di religione, insegna la Storia, sono sempre sanguinose e insensate. E’ per questo che la libertà di culto è garantita dalla nostra carta costituzionale.
Pensiamoci.